
ALESSANDRIA - Di
Atm in questi mesi si è scritto tanto, anzi tantissimo. Gli articoli sullo stato di salute dell’Azienda di trasporto pubblico locale (di proprietà per il
94.54% del Comune di Alessandria, mentre la Città di Torino ha il 4,54% e il Comune di Valenza lo 0,94%)
si susseguono con bollettini settimanali, snocciolando la cronaca di
un’agonia che è ben lungi dall’essere (purtroppo) finita. Ma quanti di noi, a partire da coloro che si lamentano per partito preso del servizio,
lo utilizzano davvero?
Se è vero (come è vero) che l’Amministrazione si appresta a varare
una serie di misure per limitare la circolazione dei veicoli, con step successivi,
all’interno degli Spalti (almeno in determinate fasce orarie), è fondamentale
cominciare a prendere confidenza con il servizio di trasporto pubblico locale.
Proviamo allora insieme a fare una carrellata sui dati che raccontano
l’evoluzione del servizio negli ultimi anni, consapevoli che
solamente avendo un’idea di ciò che è stato finora si potrà
progettare ciò che potrebbe essere in futuro. Per una volta lasciamo da parte le questioni strettamente finanziarie e legate all'impiego del personale, del quale tanto già si è discusso, e proviamo ad analizzare qualche dato d'insieme che fotografa il servizio erogato in città, anche
comparandolo con quanto avveniva in passato.
(NB: Se leggi l'articolo dall'app di Alessandrianews.it, consulta le tabelle attraverso la galleria fotografica allegata).
Un servizio per chi?
Il primo aspetto che si può notare (i dati che utilizzeremo
sono tutti di fonte diretta Atm, in buona parte contenuti nella
Carta dei Servizi, che
è pubblica e viene redatta con periodicità dall'azienda) è che
a parità di estensione della rete urbana coperta (14 linee, per un totale di 182 km) sono
diminuiti il numero di km percorsi del servizio generale, pur essendo aumentati quelli relativi all'
Eccobus (il servizio a chiamata della navetta, fruibile su prenotazione), e agli
Scuolabus, mentre sono
diminuiti quelli relativi al trasporto delle persone con disabilità (fra l'altro, uno dei servizi relativamente più costosi per l'azienda e meno remunerativi, tanto da
essere fra i maggiori indiziati di tagli anche nel prossimo futuro).
Quanti passeggeri?
Se analizziamo l'evoluzione del numero dei passeggeri che utilizzano il servizio, i dati restituiscono un trend negativo impietoso. Erano più di 3 milioni e 700 mila (all'anno) nel 2012, sono stati praticamente un terzo nel 2014.
Nel 2015 i dati parlano di un'ulteriore diminuizione:
608 mila viaggiatori con biglietto e 705 mila circa quelli con abbonamento, per
un totale di 1 milione e 313 mila passeggeri.
Dove vanno?
Se si analizza più nel dettaglio il numero di biglietti obliterati si può capire rapidamente quali siano le tratte più frequentate e quali meno.
A
farla da padrone è la Linea 2, che partendo
dall'Ospedale attraversa il quartiere Cristo per spingersi fin verso i sobborghi di
Cabanette e Cantalupo. I biglietti obliterati su quella tratta, nel corso del 2015,
sono stati 117924, su un totale per tutte le tratte
di quasi 500 mila.
A seguire in classifica troviamo
la linea 5 (che va dalla stazione di Alessandria
verso Spinetta Marengo) con
quasi 57 mila biglietti obliterati. Fanalini di coda della classifica
sono la linea 10 (dalla stazione verso Valle San Bartolomeo e Pecetto)
e la linea 11 (da viale della Repubblica fino a San Michele e Giardinetto),
entrambe con poco più di 2 mila obliterazioni nell'ultimo anno.
Su quali mezzi?
Per qualsiasi servizio di trasporto pubblico i mezzi che si utilizzano sono ovviamente fondamentali. Ecco la fotografia dello stato di salute, se così vogliamo definirlo, del parco mezzi a disposizione di Atm

Facile sottolineare come a vedere in elenco ancora
un certo numero di mezzi euro 0, 1, 2 e 3 (i più inquinanti, e
sono sostanziamente un terzo del totale) vengano i brividi.
Ecco qual era la situazione del parco mezzi nel triennio 2009-2011
Dai dati emerge come
il numero totale di mezzi si sia ridotto (da 108 a 111).
Che passano con quale frequenza?
Ovviamente avere pochi o tanti mezzi in servizio inciderà sulla qualità del servizio, per esempio riducendo o ampiando il tempo medio di attesa.
Ecco la fotografia della situazione attuale (sempre secondo quanto dichiarato dalla Carta dei Servizi Atm)
Ed ecco qual era la situazione qualche anno fa
I tempi di attesa per le navette (le linee A/C servono il centro città e il quartiere Orti, mentre la B va fino al Cristo) sono in media praticamente raddoppiati. Negli altri casi le corse si sono comunque diradate, ma in maniera meno importante.
La distanza media fra le fermate, sempre secondo la Carta dei Servizi 2015 è di circa 300 metri, un dato che, se letto da solo, potrebbe essere considerato di qualità e sicuramente appropriato per garantire un servizio capillare. Se si osserva dall'alto la mappa di tutte le tratte, si può osservare come la città venga coperta piuttosto bene, almeno in linea teorica, sebbene manchino fermate nell'area di Borgo Rovereto, che invece ne avrebbe forse particolarmente bisogno (specie in prospettiva).

A quale prezzo?
Sapete quanto costa prendere il bus in città?
La domanda può sembrare banale, ma per tanti potrebbe non esserlo.
Tolti gli studenti e una parte della popolazione più anziana, abbiamo visto come
gli alessandrini che non utilizzano mai il servizio pubblico (salvo criticarlo spesso in ogni caso ndr)
siano almeno raddoppiati negli ultimi anni. Vale allora la pena fare luce anche su questo aspetto.
La singola corsa, che ha valità di 90 minuti, costa 1 euro e 30 centesimi. Se il biglietto viene acquistato in vettura il prezzo
sale a 2 euro. Un abbonamento (tariffa ordinaria)
costa 42 euro se mensile, 462 euro quello annuale. Esistono però diverse fasce (in base al reddito) dedicate ai residenti. La più bassa consente di abbonarsi con 11 euro per il mensile e 108 euro per un anno (se si ha un'ISEE fino a 4500 euro all'anno).
Sono previsti
sconti anche per i ragazzi, divisi in fasce di età (fino a 14 anni l'annuale costa 108 euro, mentre fino ai 25 anni ci si può abbonare con 200 euro per il primo figlio, 150 euro dal secondo). Per
i cittadini over 65 il mensile costa 36 euro, l'annuale 360.
E quanto incassa ATM?
Relativamente al solo servizio di trasporto pubblico, nel 2015, l'azienda di trasporti
ha incassato 785 mila euro circa dai biglietti acquistati, e
263 mila circa dagli abbonamenti.
La linea 2 ha consentito di incassare più di 200 mila euro, mentre le linee 10 e 11 poco più di 2 mila e 600 euro.
Il
totale degli incassi per il trasporto, insomma, è
di poco superiore al milione di euro. E' interessante notare però come
rispetto al 2014 nel 2015 sia aumentato l'incasso derivante dalla vendita dei biglietti (+194 mila euro, passando da 591 mila euro del 2014 a 785 mila del 2015), mentre sia
calato l'incasso dagli abbonamenti (-40 mila euro), passato da poco più di 300 mila euro del 2014 a 263 mila euro del 2015. Se
anche questo sia un trend preoccupante (cioè il fatto che una parte di coloro che in passato faceva l'abbonamento oggi probabilmente si limiti a comprare saltuariamente il biglietto, rinunciando a utilizzare il servizio con maggior frequenza)
lo lasciamo alla considerazione di ciascun lettore.
Con quale soddisfazione?
Concludiamo questa prima analisi, con un paragrafo dedicato alla soddisfazione degli alessandrini per il loro servizio.

Dall'indagine eseguita dall'Atm i dati per il 2014
parlano comunque di un 70% di alessandrini complessivamente soddisfatti del servizio, con un dato in aumento rispetto al 2011.
Qual è la situazione del servizio di trasporto pubblico in altre città simili ad Alessandria? Nel prossimo servizio, su AlessandriaNews.it, la risposta a questa e ad altre curiosità sul tema dei trasporti in città.